Il primo dell’anno guiderò la pratica per beneficenza per l’associazione “il cesto delle ciliegie” dei 108 saluti al sole in diretta su youtube e facebook; di seguito i link: https://youtu.be/9kTAMTGu4Sk
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https://jo.my/ilcestodiciliege
Non è facile dire con le parole cosa accade durante la pratica sia a livello fisico che mentale, emotivo ed energetico; stimola ognuno di noi in modo diverso in base al periodo e alle sfide che stiamo vivendo.
Ma cosa sono questi 108 saluti al sole?
Sono una pratica molto antica.
Nella tradizione yogica il saluto al sole – Surya (Sole) Namaskar (saluto) – è una sequenza di asana dinamica benefica per il corpo e per la mente (ci sono varie versioni di questa sequenza, le vedremo in un altro articolo).
Il Sole è sorgente di saggezza e conoscenza e guaritore delle malattie fisiche e mentali.
Quando ci si immerge nelle 108 ripetizioni avviene la trasformazione e la piena purificazione.
La ripetizione dei 108 Surya Namaskara è una pratica adatta per ogni cambio di stagione, per celebrare l’inizio di un cambiamento come rinnovo, rigenerazione del corpo e della mente e della nostra anima.
Quindi lo scopo di chi comincia a praticare non deve essere quello di padroneggiare le asana, ma mantenere la concentrazione sulla propria interiorità durante la pratica. Consapevolezza e presenza!
Questa pratica, porta all’attenzione e aumenta a dismisura le sensazioni che viviamo quotidianamente.
Questo perché è una pratica introspettiva. Ognuno è libero di fermarsi ogni qual volta ne senta la necessità, per riprendere la pratica quando poi si sente pronto fisicamente o emotivamente.
Questo Vinyasa ripetuto 108 volte ci porta a riprodurre i movimenti in maniera automatica dando spazio al nostro inconscio e alla nostra mente di emergere, muoversi e manifestarsi.
Secondo i saggi, la pratica dei 108 saluti al Sole sarebbe alla portata di tutti:
“L’unico ostacolo al suo compimento è la mente, che blocca il normale fluire delle energie e quindi ferma il corpo.”
Vivo questa pratica come un bellissimo viaggio interno.
Mi piace osservare la mia mente, dall’esterno, come un osservatore che guarda una scena in cui non è coinvolto emotivamente, cercando di non farmi influenzare.
Si vive la fase dell’eccitamento dove non si sente la fatica, la gioia della condivisione, lo sconforto del corpo affaticato, la fatica della solitudine, la mente stanca e la voglia di mollare, l’ego che non lo consente, la paura di non farcela, il giudizio interiore, la voglia di arrivare alla fine…E tu osservi, diventi consapevole dei messaggi del tuo corpo e allo stesso tempo dei sabotaggi della tua mente.
Se ti fermerai, porta l’attenzione al pensiero, emozione, ricordo emerso nel momento appena prima di mollare, quando hai deciso di fermarti, quello sarà il tuo Maestro.
Paura di non farcela? Stanchezza? Solitudine? Noia? Introspezione?
E se non ti fermerai nonostante il tuo corpo o la tua mente siano stanchi o ti segnalino dolori… forse sei una persona che continua a commettere gli stessi errori pur di non ascoltarsi? L’ ego ci fa pensare ad una resa? Pensiamo che il nostro corpo debba essere al nostro servizio? Mettiamo davanti a noi e al nostro benessere gli altri o il nostro ruolo? Abbiamo paura del giudizio?
Non c’è giusto, né sbagliato.
Questa meravigliosa pratica è solo un veloce e straordinario mezzo per conoscere e riconoscere, la nostra mente, i nostri conflitti e le emozioni in disequilibrio in noi.
Portata nella vita, ci aiuta a riconoscere i sabotaggi della mente e le nostre ferite emotive.
Ci aiuta a portare attenzione su quali emozioni ci fanno mollare, quando invece saremmo dovuti andare oltre, e su quelli che ci portano ad andare oltre, quando dovremmo fermarci. Ci aiuta ad addomesticare la mente perché diventi nostra alleata e non nostra rivale.
Non c’è giudizio, c’è solo scoperta, unione, trasformazione, consapevolezza.
E’ una pratica vissuta in completa solitudine, ma allo stesso tempo, la forza del gruppo, l’energia e il flusso, sostiene e supporta. Ognuno di noi è parte del tutto, dello stesso progetto, non c’è separazione e lì possiamo sentire questa potente energia.
Se qualcuno, per motivi fisici non può praticare, può restare seduto sul tappetino e partecipare alla pratica; ne trarrà benefici comunque!
Perche 108?
108 è un numero sacro, sia per gli Induisti, sia nella pratica yoga.
I mala – rosari tibetani – sono formati da 108 grani.
La distanza del sole e della luna dalla terra è 108 volte il loro diametro.
108 sono i Pitha – centri sacri – sparsi in India.
108 sono anche le qualità del Buddha.
In Matematica ogni numero ha un significato:
- 1: Dio
- 0: il vuoto
- 8: l’infinito
Nel Corpo Energetico:
- 108 sono le Nadi (canali energetici) che si incontrano nel chakra del cuore Anahata
Lingue:
- Nel Sanscrito (lingua originale dello Yoga) ci sono 54 lettere maschili e 54 lettere femminili, 54 x 2 = 108
Ti aspetto sul tappetino il 1 gennaio alle ore 9.00